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Osservatorio sul diritto e telecomunicazioni informatiche, a cura del dott. V. Spataro dal 1999, 9282 documenti.

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Mediaminori 05.03.2008    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Ecco chi denuncia il tentativo di censura tramite il Codice di autoregolamentazione media e minori

Gli esperti di internet concordano: si sta cercando di controllare amministrativamente i contenuti in rete.
Spataro

 

Indice generato dai software di IusOnDemand
su studi di legal design e analisi testuali e statistiche

    S

    Stiamo cercando di fare chiarezza. Seguiteci, non e' facile.

    Ho trovato una proposta di autoregolamentazione gia' nel 1997. Direte voi, perche' preoccuparsi ?

    Perche' c'e' stato un salto di qualità da allora ad oggi.

    Si vuole dare valore di legge alle proposte di un comitato che vuole controllare i contenuti su internet.

    Tralascio l'impugnazione delle nomine del comitato davanti al tar lazio, vengo al sodo.

    Il Cnu, consiglio nazionale degli utenti, e' un gruppo di persone vicine all'agcom.

    Questo gruppo sta scrivendo un codice di autoregolamentazione.

    Ci sarebbero mille cose da dire su come viene proposta questa novità: sta di fatto, per farla breve, che l'on Acerbo chiede al Ministro Gentiloni se questo codice sara' ad uso interno di chi vorra' seguirlo o sara' imposto per legge a tutti, pur senza una legge dello Stato.

    Il ministro, in Parlamento, non risponde su questo punto.

    La risposta va cercata altrove.

    Bisogna ricordare infatti che su video e internet sono intervenuti: il cnu,l'agcom, il garante privacy, commissione vigilanza rai, commissione cultura Camera, commissione consultiva innovazione presso min. attività produttive; ognuno con qualche potere.

    Nessuno pero' ha i poteri per fare una legge. Troverete infatti nella istituzione di ogni commissione direttamente il richiamo alla Costituzione, cosi' che ognuno in nome di essa possa estendere i proprio poteri.

    Nel nostro caso e' molto piu' fine.

    Con D.p.R. n. 72/2007: CAPO I - Riordino del consiglio superiore delle comunicazioni art 6 si cambia il nome al comitato che, per capirci facendola breve, ha sanzionato rai e mediaset per trasmissioni offensive dei minori.

    Il cambio di nome vorrebbe essere sostanziale: non piu' solo tv ma anche internet.

    Ahime' il legislatore sa che non puo' sostituirsi al Parlamento, (Acerbo, l'unico, l'ha denunciato nel silenzio di tutti).

    E allora cosa ti dice: le decisioni del nuovo comitato saranno vincolanti se recepite con decreto ministeriale purche' conforme alle leggi vigenti (leggi la nota esplicativa).

    Che significa delegare il contenuto ad un gruppo di persone e farlo poi passare come atto normativo vincolante per tutti, come una legge dello Stato nata in Parlamento.

    Ricordiamo che i codici di autoregolamentazione si applicano a chi li accetta (leggi invece Gentiloni sull'adozione in massa). In questo caso si vuole confondere la loro efficacia limitata estendendola a tutti con decreto ministeriale. Che verranno firmati da Gentiloni o chi dopo di lui al ministero delle Comunicazioni.

    L'ultimo decreto ministeriale, firmato da Rutelli, impone il deposito obbligatorio del web nelle mediateche. Da parte di chi, come e cosa e' oggetto di discussione, perche' nemmeno le mediateche sono attrezzate.

    C'e' piu' di un motivo quindi per ritenere un pericolo questo codice.

    Infatti si potrebbe iniziare con testo fatto dal CNU molto restrittivo, ma tutti diranno che si applica solo a tv.

    Poi, come si e' detto per il provvedimento dell'agcom sull'informazione giudiziaria, si scopre invece che si applica all'informazione giudiziaria su internet tutta, e quindi anche al blog di Grillo per intenderci.

    Nelle "carte del parlamento" giace ben vitale una proposta di legge simile al codice che impone il deposito di video (si parla di film, ma in ogni momento si puo' cambiare la definizione di film, che e' attualmente legata solo al riferimento "Sala cinematografica" ) e di videogiochi 30 prima della pubblicazione.

    Questo per aggiornare la normativa sul divieto di visione di film ai minori, in modo che ogni produttore indichi egli stesso se e' adatto o meno per i minori.

    Ma lo si vuole anche per internet. E passare da film a video il passo e' breve. Hanno già cominciato ad evidenziare il bullismo contro i disabili su youtube, ricordate ?

    Tanto e' vero che Google (leggi: youtube) e' stata gia' ascoltata insieme agli altri operatori di comunicazione e alle altre organizzazione di genitori. Google pero' non rilascia dichiarazioni (gliel'ho chiesta) per sapere su come un eventuale controllo sia possibile (questo era chiesto dalla commissione cultura che sta lavorando a questo progetto di legge).

    Allora, il risultato e' facile.

    1) prima si propone un testo di legge tramite cnu come autoregolamentazione

    2) poi lo si fa applicare come decreto ministeriale, senza passare dal parlamento

    3) infine si fa una legge che impone il deposito preventivo dei video e videogiochi 30 giorni prima della pubblicazione (progetto in Commissione cultura)

    In tutto questo lavorio per rendere fonti di quarto, quinto (?) livello fonti del diritto cogenti per tutti solo Acerbo chiede spiegazioni.

    E Gentiloni non risponde al centro della domanda. (leggi: Camera: l'on. Acerbo chiede quale rapporto vi e' tra il codice di autoregolamentazione e le leggi del Parlameno a Gentiloni, che non risponde)

    Nel frattempo Vespa insiste sul contenuto erotico e distruttivo dei blog per i minori, i quotidiani danno sempre piu' informazioni sui video pericolosi sul web e sui blog che screditano i sindaci (l'attacco del sindaco di Firenze a Wikipedia (? ma come si puo' scrivere questo sui giornali)) o che i motori di ricerca campano sul lavoro altrui.

    Una volta gli archivi privati erano considerati un valore per una nazione.

    Ma questa volta insorgono anche gli imprenditori e gli esperti:

    Quintarelli

    MonteMagno

    Guido Scorza

    Calzolari

    Luca De Biase

    Juan Carlos De Martin

    e tanti tanti altri.

    Mi scuso con il lettore se queste righe sono veramente difficili, ma muoversi tra i modi con i quali si sono mossi per imporre a tutti un testo che non puo' che essere autoregolamentazione, e' difficile.

    Con un po' piu' di tempo riuniremo tutte le dichiarazioni gia' raccolte in materia, per vedere chi si sta muovendo per limitare il web.

    Tutto sommato se anche la legge sulla stampa o l'ordine dei giornalisti fossero cancellati con i referendum che Grillo ha presentato, resterebbe sempre l'agcom (ricordate ? E' quella del Roc che si voleva imporre a tutti con il ddl Levi-Prodi).

    Quindi il rischio di controllo preventivo dei contenuti (imponendo paradossalmente un deposito preventivo per la conformità ai minori e successivo con deposito in mediateche) e' piu' che concreto.

    Resta solo la Corte Costituzionale, la cui nomina dei componenti al momento riscuote consenso da parte di tutti gli operatori in Italia.

    Ma forzare le regole e' sempre piu' facile.

    Non resta che avere uno stuolo di giuristi pronti a conoscere queste cose e far valere tali diritti anche davanti la Corte Costituzionale.

    Ma c'e' anche l'Europa ad aiutarci: Risoluzione del Parlamento europeo sulla libertà di espressione su Internet

    Al momento dobbiamo solo prendere atto che Gentiloni risponde tramite il sito del ministeromeglio di quanto non ha fatto in Parlamento:

    "Va chiarito che questo è un "codice di auto-regolamentazione media e minori", cioè non sono regole imposte in senso stretto alle aziende. Appare però già scontato che le aziende del settore accoglieranno il testo finale, in massa, poiché «stiamo lavorando a braccetto con loro, attraverso le principali associazioni e anche con i loro pareri si è arrivati a questa bozza di decreto. Altre eventuali richieste di emendamenti arriveranno a settembre e saranno discusse insieme», spiega Cristina Selloni, responsabile di questo progetto presso il ministero. Lo spirito del codice è «riuscire a dare ai minori una tutela universale estesa a tutti i media a cui sono esposti - dice Selloni. Bisogna far recuperare il ritardo che le leggi hanno accumulato con la società reale. Finora una regolamentazione di questo tipo è stata fatta solo per la tv»"

    Vero. Per ora. Ma ci sono gia' gli strumenti per fare diventare il tutto "fonte normativa", sicuramente al di fuori dei poteri conferiti.

    Infatti:

    "Andrea Monti, fondatore di Alcei, associazione per i diritti del cittadino nell´ambito dei nuovi media. «Quella che è spacciata per autoregolamentazione è in realtà una vera e propria imposizione dell´esecutivo sulle aziende». Concorda Giovanbattista Frontera, vice presidente Assoprovider: «Il governo si è fatto prendere dall´ansia di regolare ideando principi troppo restrittivi al limite dell´anti democratico, trasformando i provider in poliziotti della rete»."

    Con Delibera 014 del 2 aprile 2007 il Cnu chiede una revisione della tutela dei minori di fronte a film anche in digitale, spettacoli, videogiochi.

    Delibera n. 15 del 7 maggio 2007 Contributo del Consiglio nazionale degli utenti alla elaborazione di un Codice Media e Minori e di un nuovo sistema di tutela.

    Qui le altre delibere del cnu

    Al link sotto indicata la sintesi della bozza del codice media e minori.

     

    05.03.2008 Spataro
    cnu agcom


    Media e Minori: estendere poteri e competenze cambiando il nome: il dpr 14.5.2007 n.72
    Camera: l'on. Acerbo chiede quale rapporto vi e' tra il codice di autoregolamentazione e le leggi del Parlameno a Gentiloni, che non risponde
    Censura su video e videogiochi: codice di autoregolamentazione dei media e minori. Deposito dei video 30 giorni prima della pubblicazione
    STANNO CENSURANDO INTERNET: l'AGCOM ha quasi finito per estendere i propri poteri su internet. Si chiama nuovo codice dei media e minori



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