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P2p 31.01.2008    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Tribunale di Roma sul p2p: peer to peer libero per lo scambio di files ? Cosa si rischia veramente

Un po' di generalizzazioni in attesa del testo della sentenza. Photo credit to juliaf
Spataro

 

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L

La Rassegna delle news in materia:

Tutte del 24.1.2008

Reuters: "Il gip Carla Santese ha accolto la richiesta di archiviazione " 24.1.2008

Per la Fimi: "Il Gip si è semplicemente riferito a singoli siti che offrono informazioni relative a programmi per fare p2p e non all'attività di singoli utenti che invece resta reato"

La Stampa: "Non appare possibile dare rilevanza ad un fenomeno assai diffuso, di difficile criminalizzazione ed avente accertamenti quasi impossibili in termini di raccolta della prova"

Il Gip: "non sempre è ravvisabile quel lucro espressamente richiesto dalla norma"

avv. Carlo Blengino di Torino: "E' un provvedimento importante da cui è possibile trarre due importanti considerazioni: i sistemi peer to peer non possono essere oggetto di criminalizzazione e denuncia penale contro ignoti sulla base dell'aprioristica affermazione del "tutti scaricano e dunque violano il diritto d'autore""

Il Messaggero: "Nella richiesta di archiviazione, il pm Ferri ha dichiarato che lo scambio tra utenti della rete telematica «può avvenire sì per copie, ma anche per originali lecitamente acquisiti»"

Quotidiano.net: "è indiscusso che sia colui che è download che colui che è upload commetta un torto di natura civilistica per i diritti d'autore, comunque evasi"

Ifgonline.it: "Il fascicolo processuale era stato aperto in seguito a una denuncia per violazione della norma sulla tutela del diritto d’autore (art.14 legge 248/2000) presentata da una società di produzione contro ignoti. L’indagine si era poi concentrata sull’attività di tre siti: www.beashare.com, www.emuleitalia.net, www.bittorrent.com."

Webnews.it del 25.1.2008: "Nella decisione di archiviazione si legge, però, un discreto senso di impotenza da parte dell'autorità giudiziaria, che si dichiara impossibilitata ad identificare con certezza chi viola la legge sul diritto d'autore."

Ancora la Fimi: "FIMI, rischiano oltre alle sanzioni amministrative 2 mila euro di multa nel caso di condivisione senza scopo di lucro e fino a 15 mila euro e 4 anni di reclusione quando invece viene ravvisato lo scopo di lucro"

Agi: "la normativa sul diritto d’autore agli art. 171 a bis e 171 ter a bis prevede sanzioni penali a carico di tutti coloro che immettono abusivamente fonogrammi tutelati in un sistema di reti telematiche; nello specifico una multa di 2.000 euro per coloro che condividono senza scopo di lucro e una multa fino a 15.000 euro con possibile pena detentiva fino a 4 anni per coloro che invece condividono a scopo di lucro"

Punto informatico del 25.1.2008: sono forum ove: "si limitano ad autenticare l'utente che viene successivamente smistato verso altre reti ibride e decentralizzate in tutto il mondo"

 

Cosa si rischia veramente ?

La legge autorizzava la copia di musica in ambito familiare senza se e senza ma.

Compravo un disco al vinile, potevo ascoltarlo io e tutti in famiglia, ma anche registrarlo su cassetta e ascoltarlo tutti, in casa e in macchina, anche contemporaneamente.

Ovviamente l'idea era di non mandare in galera padre e figlio che ascoltano la stessa musica. Per questo si paga un piccolo importo ogni volta che si compra un'audiocassetta.

Al tempo di internet in linea di massima il principio vale ancora, anche se nei comunicati stampa chi gestisce i diritti sottolinea che ogni copia a computer e' illegale. Sara' vero ? Alcune norme possono essere lette cosi'.

Infatti se il file viene da un amico (e a differenza delle audiocassette dentro i files ci puo' essere scritto il nome dell'acquirente), allora qualche rischio si corre.

Questo dal punto di vista di chi consuma.

Dal punto di vista di chi mette a disposizione ci sono altre responsabilità.

Pensate di mettere su una radio per diffondere la musica da voi comprata. Sareste un po' ... abusivi ... non credete ?

Lo stesso e' quando mettete a disposizione di chiunque un file su una rete di p2p.

Il p2p non puo' essere illegale in quanto tecnologia: basti pensare che e' alla base di skype e di altri sistemi lecitissimi.

L'uso puo' essere illegale. E quando ? Quando offro al mondo un file che non ho il diritto di offrire al mondo, sostanzialmente se non l'ho registrato io inventandomi qualcosa di completamente nuovo.

 

Ci sono altri rischi ?

Mettiamo il caso di un sito che organizza informazioni su come prelevare file dichiaramente senza autorizzazione. Vi sono rischi civili, sicuramente, ma anche penali a determinate condizioni che non voglio qui affrontare perche' richiedono un penalista.

Mettiamo il caso di un sito con un forum, dove gli utenti si danno consigli. In questo caso l'ambito familiare puo' essere pensato esteso anche ai frequentatori del forum, anche se sono forum pubblici. E cosi' i giudici di Roma ritengono che se delle persone parlano di come scaricare canzoni la cui provenienza e' lecita, non si possono sanzionare ne' le persone ne' i siti.

Questo perche', prima di tutto, si deve dimostrare che si voleva copiare della musica non pagata. Prova impossibile.

La Fimi non accetta questa impostazione, ma dovremo vedere il testo della sentenza per poterla commentare.

 

Conclusioni ?

Leggevo Jovannotti qualche giorno fa. A lui piace il vinile e l'mp3, il cd ormai e' finito. L'mp3 e' piu' comodo, il vinile magico.

La facilità di condivisione di files deve spaventare. E' un po' come diventare ridistributori. Nulla di male se sono cose che abbiamo fatto noi, ma se sono opere realizzate da altri, dobbiamo essere autorizzati.

I rischi ? Civili sicuramente, penali in altre ipotesi, amministrativi (multe da pagare) in altre ancora.

Ci sono quindi sempre rischi.

Per non parlare dei virus che girano sotto mentite spoglie di files musicali.

Quello che pero' non si puo' tollerare e che chiunque si trova sul p2p venga criminalizzato.

Altrimenti dovremmo mettere sotto catena ogni biro, perche' potenzialmente puo' essere usata per copiare opere altrui o diffamare persone.

Sta di fatto che qualcuno dovrebbe insegnare ai propri figli, e controllarli, a pagare quello che gli serve.

Sarebbe si' una lezione costruttiva. Diversamente si accendano una radio, magari internet, perche' no.

31.01.2008 Spataro



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