Alcuni di voi sanno dell'impegno personale nel portare il diritto e lo studio della comunicazione on line anche nel messaggio cristiano. E' impressionante, e sto usando il tono in positivo e in modo inadeguato, quanto i credenti stiano usando il web, blog, newsletter, mobile, e tutti i mezzi di comunicazione per organizzarsi, incontrarsi e proporre il proprio credo attraverso internet. Non voglio essere da meno, considerando l'alta consultazione dei siti che curo, e la qualità dei lettori, in genere professionisti. Sento sempre più spesso capaci giuristi, magistrati ed avvocati, oltre i 60 anni, che mi confidano la difficoltà di comprendere un diritto che è imploso in sè stesso, sia per la difficoltà interpretativa, sia per l'habitus degli interpreti. Stipendiati. Retribuiti. Poi anche e talora professionisti, ma non Professionisti. Nessuna sacralità del diritto. Settimana scorsa una persona mi fece notare come si deve rispettare sia il Diritto che la Giustizia.
Vi voglio lasciare con questo pensiero. Non voglio proporvi ora la risposta.
Può il Diritto essere senza Giustizia ? Un piccolo giurista ... Averroe', sottolineava l'indispensabilità di un giurista che sia anche un buon fedele.
Qualcuno ha il coraggio di affermare che questo non risolvere più opportunamente ogni singolo caso proposto ?
Taluni avvocati, in mancanza di analogo convincimento dell'avvocato di controparte, hanno la capacità di stendere al muro il "collega" evidenziando che la sua mancata disponibilità a comporre un contrasto è fonte di ulteriori danni quantificabili e opponibili.
Non siamo ingenui nel proporre soluzioni "secundum fide, non olim lege", siamo convinti che siamo più conveniente nella grande maggioranza dei casi.
Ma, ancora: può esserci Diritto senza Giustizia ? Per quanto tempo ? Abbastanza per mandare la parcella ?
Spataro