Email aziendale o personale ? Nella definizione si gioca il ruolo della privacy e il dovere di controllo del datore di lavoro.
Troppi consulenti pongono l'accento sui diritti dei dipendenti dimenticando che esistono anche dei doveri di controllo del datore e doveri di eseguire il lavoro subordinato senza sottrarre il tempo per finalità personali.
Ecco quindi che qualsiasi consiglio, anche nell'interesse del dipendente, deve passare da un contemperamento di tutti gli interessi, senza una miopia dannosa per tutti.
Ecco gli interessi in gioco:
1) il datore fornisce strumenti "onnipotenti": rientra nel suo potere/dovere di controllo regolarne l'uso a fini aziendali. In assenza di una policy informatica il computer va usato come il telefono, il fax, la carta da lettere e così via. Il datore rischia la mancata adozione di misure di sicurezza e ha il potere di controllo a campione. 2) il dipendente che ha una email fornita dall'azienda, indipendentemente da come è strutturata, riceve l'email al pari di una sedia, di una penna: rientra nel rapporto di lavoro e non può usarli per uso personale. Come non può installare programmi non può usare programmi per uso personale sottraendo tempo al lavoro. 3) il manager che ha il potere di scrivere per conto dell'azienda con l'email può legare l'azienda. E' opportuno quindi sia un controllo sia una copia di tutti i messaggi inviati/ricevuti per fini aziendali e che i poteri di rappresentanza possano essere ben conosciuti all'esterno dell'azienda, magari pubblicandoli anche sul sito aziendale. In generale una policy aziendale, in assenza di una specifica normativa e a causa di una facilità di usare il software fornito per ogni finalita', non solo aziendale, può prevenire contrasti spesso aspri.