Un troll è un personaggio che perde il senso della misura e, dicendo cosa corrette o più spesso ritenendosi ingiustamente offeso, comincia ad intervenire spesso e di frequente su uno spazio virtuale per riaffermare la propria versione. Non di rado apre un sito/blog sul tema.
L'esito successivo è quello di inviare diffide di mano propria, raramente avvalendosi di un professionista terzo. I "trollati" più spesso sono costretti ad avvalersi di un professionista per difendersi.
Siamo in una situazione di confine tra lo stalking e il mobbing (in cui il troll è autore di critiche pesanti sentendosi ingiustamente offeso), e per definizione è una patologia della comunicazione o della presenza online.
Al centro dell'esagerazione c'è la nozione che l'aver altri scritto o detto qualcosa in pubblico comporta che un pubblico decisamente più ampio l'avrebbe raccolto, quindi sentendosi ingiustamente offeso, la reazione viene misurata sull'ipotetico danno più ampio di quello reale.
In breve il troll spesso amplifica il danno invece di cercare un confronto rispettoso.
Nella esperienza personale ci sono stagioni in cui detti comportamenti aumentano esponenzialmente: primavera, vacanze natalizie, vacanze estive.
Tipico di detto comportamento è estrapolare l'affermazione offensiva dal contesto temporale, facendolo diventare una offesa sempre e comunque, da rimuovere possibilmente nei pochi minuti dopo che si è inviata una email, incuranti del fatto che il gestore può non saperne nulla.
Epilogo classico è la rimozione dei contenuti e/o dell'utente. Più raramente si tengono sia i contenuti che gl utenti.
Non è un comportamento riservato a chi ha preparazioni culturali inferiori. E' invece riservato a chi non riesce a confrontarsi in modo produttivo con le osservazioni e critiche altrui, affermando subito danni o ingiustizie.