Civile.it
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Fleischer entra nel dizionario di internet di Civile.it per le dimissioni date a Google.
In un suo post (ne ha scritti forse 5 in 10 anni !), dichiara che Google (citando la fonte) ha avviato un processo di profilazione di massa che va oltre quanto fatto nel passato.
Nella ricerca di spiegazioni comprende che ci sono nuove politiche, che Civile.it ha toccato con mano, per aver raccolto già comunicazioni e aver verificato nuove scelte di tracciamento inusitate (la richiesta di riconoscimento su numerosi siti pur senza aree riservate, usando nuove tecnologie passwordless presentate come comuni credenziali).
In più comunicazioni riservate impongono procedure di riconoscimento senza motivi chiari e con penalizzazioni immediate.
Su privacykit.it/membri del 26.2.2025 l'approfondimento in un lungo testo che documenta le tecniche usate da Google negli anni e le nuove prassi più recenti per sorvegliare in massa tutti i singoli dispositivi del mondo.
Si raccomanda la lettura del post di Fleischer al link indicato. Essendo su Blogspot, mi aspetto che scompaia, resta disponibile negli archivi di Civile.it.
Fleischer, europeo, si è occupato di combattere in finger printing in tutte le sue forme, perchè fatto all'oscuro degli utenti.
Oggi si dissocia dal nuovo corso.
In passato ha ribadito un fatto che i considerando del GDPR hanno stravolto: l'indirizzo ip identifica una macchina, non una persona. Il fingerprinting identifica la persona.
Personaggio che non temE di dire come stanno le cose.
Le dimissioni fanno presagire un web più difficile. Già oggi accedere a siti di banche o P.A. con i filtri antiadware è impossibile. Attenzione all'attuale confusione tra richiesta di accesso con Google e di autenticazione con FIDO2, visivamente identica, anche se impone gestioni diverse (dark pattern).
Fleischer fu condannato in primo grado nel caso delle offese al disabile su YouTube, conclusosi in appello con l'ovvia assoluzione.
I motori di ricerca ancora sottostimano l'assoluzione:
"Assoluta soddisfazione, ma nessuna sorpresa; onestamente la condanna si basava sul nulla", avvocato Giulia Bongiorno.
