Una volta si diceva: "Trasloco". Ora: "devo fare decluttering.
Si tratta di quel momento della vita che non vuoi più avere tante cose attorno. Ritorno al monachesimo laico, all'essenzialità giapponese.
Nel digitale si parla di detox. A tanti spiego perchè non uso tutti i tool di messaggeria, ma solo una alla volta, uno alla settimana o ogni due settimane per quelli che uso meno.
L'arte di ridurre è un'arte che ti fa tornare al valore di quello che hai attorno e che ti dà false sicurezze.
L'effetto collaterale è scoprire che le cose alle quali danno tutti valore, a parole, poi non le vuole nessuno, nemmeno gratis. "Troppo grande" "troppo pesante" "troppo alto".
Al momento del buttare tutto scatta l'ultima resistenza: "Che bel legno" "che bel vetro" "che bei libri".
Ed ecco l'ultima frase, la prevalente: "Non ho spazio".
Il decluttering aiuta a chiarirsi le idee sulla sincerità delle cose e dei nostri bisogni.
Nel digitale è molto difficile. Rinunciare a Facebook ? Arriva la FOMO. In realtà, salvo casi sporadici, la maggior parte dei contenuti è solo inconcludente, ma quello che è peggio, non ci fa cercare le notizie che ci servono là dove non perdiamo tempo con altri messaggi non interessanti ma proposti continuamente con algoritmi che ci coinvolgono su cose non interessanti, nè importanti.