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Algoretica

Neologismo censito dalla Crusca

"La nascita del termine algoretica è piuttosto recente e risale al 2018, con la pubblicazione del libro Oracoli. Tra algoretica e algocrazia di Paolo Benanti, frate francescano del Terzo Ordine Regolare e docente di Teologia morale e Bioetica alla Pontificia Università Gregoriana".

Fin qui la Crusca che ha deciso di accettare i neologismi descrivendo quantitativamente e qualitativamente la loro nascita. Interessante approccio.

Piu' che di un neologismo parlerei dell'invenzione di un nuovo prefisso: algo, contrazione di algoritmo.

Invece che usare algoritmico, come aggettivo, un po' aulico, si fa precedere il nome da "algo". Ecco algocrazia, algoetica, algometeo, algodocumento ...

Non so se questi altri usi prenderanno piede, ma algoetica e' sicuramente molto interessante: l'etica e l'algoritmo.

Da giurista aborro ogni rinvio all'etica. Il diritto presuppone una composizione di interessi nel modo piu' efficace per una società, inclusa l'etica. Ma l'etica, da sola, e' lo strumento ideale per rendere il diritto incerto e applicabile discrezionalmente. Da evitare sempre, altrimenti non avremmo nemmeno una legge fallimentare.

Cosa e' l'etica negli algoritmi ? Se ne parla molto a proposito di intelligenza artificiale, invece che spiegare i meccanismi di funzionamento e migliorarli.

L'etica puo' descrivere degli effetti sulla società (il bias non viene ridotto caso per caso), e dovrebbe essere la base di soluzioni conversazionali per intervenire sul bias, sulla taratura e sulle motivazioni che l'intelligenza artificiale deve fornire per evitare che le analisi statistiche vengano viste come "oracoli" incromprensibili ma talmente plausibili da diventare veri, senza discuterli nemmeno.

L'algoetica viene definita come "lo studio dei rapporti tra etica e algoritmi" (ibidem). Una tecnica ? Una scienza ? No: uno studio.

Cosi' sembra trattarsi di una branca dell'etica.

Credo che il termine, affascinante, sia fuorviante sia pur foriero di ottime riflessioni. Consente infatti di studiare gli effetti non economici sulla società di una scelta di un algoritmo.

Diciamolo chiaramente: ancora una volta mettere al centro l'algoritmo, che e' una sequenza di comandi, e' sbagliato: sono i dati forniti all'algoritmo che producono effetti paradossali, se l'algoritmo e' nato per altro: nella sua ipotesi di base e astratta un algoritmo raramente ha errori. Bisogna riportare centralità tra dati e codice, mentre il solo codice e' l'algoritmo.

Arriverà un termine per indicare l'effetto di dati e codice sulla società tutta, sotto ogni profilo.

Attualmente il termine, disusato, e' responsabilità da prodotto (difettoso se causa danni).

La nozione di difettosità dipende dalle informative contrattuali e promozionali, sulla base dello stato dell'arte.

Vedremo.

Comunque ottima intuizione.

Aggiornamento del 12.9.2023. Altri hanno scritto "incoscienza artificale" per sottolineare la mancanza di etica di una qualsiasi macchina.

Concordo, ma chi scrive codice e lo sa leggere sa che il codice rispecchia l'etica di chi lo progetta e di chi lo realizza. Se la penna non e' "etica", chi la progetta sa che puo' scrivere sott'acqua, sottosopra, sulla carta, su un muro e se e' progettata per scrivere sui muri altrui non e' un murales ma uno scomodo scarabocchio che causa danni a i muri altrui.

Spataro

18.02.2021 https://accademiadellacrusca.it/it/parole-nuove/algoretica/18479



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  • "La nascita del termine algoretica è piuttosto recente e risale al 2018, con la pubblicazione del libro Oracoli. Tra algoretica e algocrazia di Paolo Benanti, frate francescano del Terzo Ordine Regolare e docente di Teologia morale e Bioetica alla Pontificia Università Gregoriana".

    Fin qui la Crusca che ha deciso di accettare i neologismi descrivendo quantitativamente e qualitativamente la loro nascita. Interessante approccio.

    Piu' che di un neologismo parlerei dell'invenzione di un nuovo prefisso: algo, contrazione di algoritmo.

    Invece che usare algoritmico, come aggettivo, un po' aulico, si fa precedere il nome da "algo". Ecco algocrazia, algoetica, algometeo, algodocumento ...

    Non so se questi altri usi prenderanno piede, ma algoetica e' sicuramente molto interessante: l'etica e l'algoritmo.

    Da giurista aborro ogni rinvio all'etica. Il diritto presuppone una composizione di interessi nel modo piu' efficace per una società, inclusa l'etica. Ma l'etica, da sola, e' lo strumento ideale per rendere il diritto incerto e applicabile discrezionalmente. Da evitare sempre, altrimenti non avremmo nemmeno una legge fallimentare.

    Cosa e' l'etica negli algoritmi ? Se ne parla molto a proposito di intelligenza artificiale, invece che spiegare i meccanismi di funzionamento e migliorarli.

    L'etica puo' descrivere degli effetti sulla società (il bias non viene ridotto caso per caso), e dovrebbe essere la base di soluzioni conversazionali per intervenire sul bias, sulla taratura e sulle motivazioni che l'intelligenza artificiale deve fornire per evitare che le analisi statistiche vengano viste come "oracoli" incromprensibili ma talmente plausibili da diventare veri, senza discuterli nemmeno.

    L'algoetica viene definita come "lo studio dei rapporti tra etica e algoritmi" (ibidem). Una tecnica ? Una scienza ? No: uno studio.

    Cosi' sembra trattarsi di una branca dell'etica.

    Credo che il termine, affascinante, sia fuorviante sia pur foriero di ottime riflessioni. Consente infatti di studiare gli effetti non economici sulla società di una scelta di un algoritmo.

    Diciamolo chiaramente: ancora una volta mettere al centro l'algoritmo, che e' una sequenza di comandi, e' sbagliato: sono i dati forniti all'algoritmo che producono effetti paradossali, se l'algoritmo e' nato per altro: nella sua ipotesi di base e astratta un algoritmo raramente ha errori. Bisogna riportare centralità tra dati e codice, mentre il solo codice e' l'algoritmo.

    Arriverà un termine per indicare l'effetto di dati e codice sulla società tutta, sotto ogni profilo.

    Attualmente il termine, disusato, e' responsabilità da prodotto (difettoso se causa danni).

    La nozione di difettosità dipende dalle informative contrattuali e promozionali, sulla base dello stato dell'arte.

    Vedremo.

    Comunque ottima intuizione.

    Aggiornamento del 12.9.2023. Altri hanno scritto "incoscienza artificale" per sottolineare la mancanza di etica di una qualsiasi macchina.

    Concordo, ma chi scrive codice e lo sa leggere sa che il codice rispecchia l'etica di chi lo progetta e di chi lo realizza. Se la penna non e' "etica", chi la progetta sa che puo' scrivere sott'acqua, sottosopra, sulla carta, su un muro e se e' progettata per scrivere sui muri altrui non e' un murales ma uno scomodo scarabocchio che causa danni a i muri altrui.

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