La data portability e' l'affermazione di un principio gia' ben note.

I dati degli utenti vengono usati dalle piattaforme, e spesso non venivano restituiti in formato riutilizzabile, a meno che non si fosse previsto un meccanismo di backup/recover.

In questa ottica le aziende americane stanno ottemperando prevedendo il download, ma non il recover dei dati personali degli utenti.

Si parla oggi di privacy.

Ed diritto d'autore questi dati restavano sempre di proprieta' dell'utente che li aveva generati e doveva poterli avere indietro.

La privacy ha solo parlato di standard. Gli americani lo interpretano (erroneamente) come html, invece di offrire csv per esempio.

Fa la differenza: a mio parere l'html impedisce il recover e installazione altrove, che e' la seconda parte dell'obbligo che la nuova privacy impone.

C'e' sicuramente una confusione negli USA piu' che in Europa.

Dati personali non sono solo i contenuti forniti su un servizio terzo. Sono anche gli accessi, l'email, e altre informazioni fornite dell'utente.

Sui tag, profilazione, commenti, ancora si discute animatamente in rete, e sono certo che seguiranno provvedimenti interpretativi restrittivi, estendendo quasi ogni metadata, ma non i commenti non strutturati per finalita' interna aziendale relativa ai clienti.

Se invece fonte di provvedimenti automatizzati, andranno comunicati nell'informativa.

Sta di fatto che l'applicazione pratica del gdpr pone ancora piu' domande che soluzioni pratiche condivise dagli interpreti. Quanto ai prinicipi, invece, nessun pochi dubbi.

Al link l'articolo 20 del gdpr e gli articoli collegati, esposti in modalità LegalDesign