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Deindicizzazione

Non far trovare qualcosa senza influire sulla pubblicazione.

Rispetto all'asserito diritto all'oblio la richiesta di deindicizzazione e' una reazione ad una azione, quella di pubblicare, non un diritto assoluto da rivolgere a chiunque.

Il deindicizzare significa non rimuovere la pubblicazione (magari e' un archivio giornalistico e puo' ivi restare anche contro la volonta' dell'interessato) ma significa impedire che il contenuto venga trovato tramite motori di ricerca esterni, non tramite quello interno del servizio stesso.

La richiesta di deindicizzazione, come ogni contestazione, va precisata perche' sia lecita e proporzionata, altrimenti diventa una mera richiesta di oblio.

Vi e' anche un problema temporale. Puo' essere facile deindicizzare un testo, ma non un video senza descrizione adeguata. Quindi se anche posso rimuovere facilmente contenuti testuali indicizzati nel passato e indicizzati nel futuro, non altrettando potrebbe esserlo per i video senza testi allegati.

In ogni caso vi e' anche un problema di opere derivate che possono far uso di parte di contenuti che si vogliano deindicizzati.

Per questi e altri problemi e' evidente che la richiesta deve essere attuabile, alla luce del contesto e dello stato della tecnologia al momento della richiesta.

Deindicizzare un singolo link, e' facile. Un intero sito non e' apparentemente proporzionato. Tutto quello che riguarda una persona impossibile senza ledere i diritti degli omonimi.

Chi vuole esercitare un diritto deve quindi precisare cosa ritiene sia un suo diritto nel concreto, non in astratto, fornendo quindi tutto quello che puo' servire a chi riceve la richiesta di potervi adempiere.

Alcuni contenuti possono dover essere deindicizzati per legge. Nomi di minori, segreti di Stato. Vi e' pero' la difficolta' di conoscere quello che si vuole resti segreto, e di distinguerlo dal resto.

Per questo molti affermano che il diritto ad essere ignorati, sul web, non esiste. Con strumenti che poi permettono di parlare di tutti, anche di chi non e' sul web, la richiesta di deindicizzazione si presenta come qualcosa di diverso.

Deindicizzare un link su un motore di ricerca e' una cosa. Deindicizzare un contenuto di un utenti su un social e' un'altra cosa.

Facebook ancora una volta anticipa consentendo di bloccare singoli utenti: la deindicizzazione e' quindi relativa a chi la richiede, che non vedra' piu' i contenuti di tizio, che pero' potra' continuare a esprimersi con gli altri.

Altri sistemi infine rimuovono la pubblicazione dopo poco, impedendo non solo l'indicizzazione ma proprio la pubblicazione.

Altri sistemi nascono per non essere indicizzati, salvo effettuare una ulteriore azione.

Diversa ancora e' la possibilita' di seguire qualcuno dall'indicizzare i contenuti di qualcuno. La richiesta di seguire (rss, follow, iscriviti, segui) e' una azione personale. L'indicizzazione e' rivolta ad un pubblico indiscriminato.

Infine tramite robots.txt i siti possono ottenere la non indicizzazione dei contenuti da uno o piu' spider, senza alimentare i relativi motori di ricerca

Spataro

16.02.2017 https://



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    La richiesta di deindicizzazione, come ogni contestazione, va precisata perche' sia lecita e proporzionata, altrimenti diventa una mera richiesta di oblio.

    Vi e' anche un problema temporale. Puo' essere facile deindicizzare un testo, ma non un video senza descrizione adeguata. Quindi se anche posso rimuovere facilmente contenuti testuali indicizzati nel passato e indicizzati nel futuro, non altrettando potrebbe esserlo per i video senza testi allegati.

    In ogni caso vi e' anche un problema di opere derivate che possono far uso di parte di contenuti che si vogliano deindicizzati.

    Per questi e altri problemi e' evidente che la richiesta deve essere attuabile, alla luce del contesto e dello stato della tecnologia al momento della richiesta.

    Deindicizzare un singolo link, e' facile. Un intero sito non e' apparentemente proporzionato. Tutto quello che riguarda una persona impossibile senza ledere i diritti degli omonimi.

    Chi vuole esercitare un diritto deve quindi precisare cosa ritiene sia un suo diritto nel concreto, non in astratto, fornendo quindi tutto quello che puo' servire a chi riceve la richiesta di potervi adempiere.

    Alcuni contenuti possono dover essere deindicizzati per legge. Nomi di minori, segreti di Stato. Vi e' pero' la difficolta' di conoscere quello che si vuole resti segreto, e di distinguerlo dal resto.

    Per questo molti affermano che il diritto ad essere ignorati, sul web, non esiste. Con strumenti che poi permettono di parlare di tutti, anche di chi non e' sul web, la richiesta di deindicizzazione si presenta come qualcosa di diverso.

    Deindicizzare un link su un motore di ricerca e' una cosa. Deindicizzare un contenuto di un utenti su un social e' un'altra cosa.

    Facebook ancora una volta anticipa consentendo di bloccare singoli utenti: la deindicizzazione e' quindi relativa a chi la richiede, che non vedra' piu' i contenuti di tizio, che pero' potra' continuare a esprimersi con gli altri.

    Altri sistemi infine rimuovono la pubblicazione dopo poco, impedendo non solo l'indicizzazione ma proprio la pubblicazione.

    Altri sistemi nascono per non essere indicizzati, salvo effettuare una ulteriore azione.

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    Infine tramite robots.txt i siti possono ottenere la non indicizzazione dei contenuti da uno o piu' spider, senza alimentare i relativi motori di ricerca

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