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L'elenco degli aggiornamenti di un software/servizio

Abbiamo parlato da poco di update war, la guerra degli update.

Dropbox e' esemplare: nelle prime versioni permetteva di disattivare gli aggiornamenti automatici, poi li ha imposti per motivi di sicurezza ed efficienza dei server (anche se spesso versioni di linux hanno funzionalita' inferiori a quella di windows, per esempio).

Ricordo un vecchio post di un utente che chiedeva a Dropbox di cambiare questa politica perche' in azienda ogni aggiornamento va approvato volta per volta, non si puo' concedere all'esterno di installare quello che si vuole.

La risposta di Dropbox mi colpi' al punto che la ricordo bene ancora. Era, in breve: se non ti va bene cosi' rivolgiti ad un altro fornitore. Mesi dopo cambio' la policy che nella parte che garantiva la riservatezza assoluta sui contenuti in cloud.

Da quella risposta, a distanza di anni, e di aggiornamenti, al link sotto indicato guardate l'elenco dei cambiamenti versione per versione.

Notate la voce di aprile 2016 ? Non viene data spiegazione e gli utenti ironizzano sul silenzio del loro fornitore.

Insomma: e' tradizionale spiegare ogni versione cosa migliora. E' certamente una ammissione di malfunzionamento per quello che viene risolto ma lo stato dell'arte del software fa si' che sia impossibile avere un software perfetto, e infatti nessuno garantisce mai che lo sia. Anche il diritto non puo' pretendere funzionamenti perfetti, ma adeguati. Piuttosto puo' pretendere soluzioni ( patch ) adeguate e in tempi ragionevoli e proporzionati alla complessita'.

Sta di fatto che inviare aggiornamenti senza nemmeno spiegarli (o rendere difficile la loro compresione, come fanno produttori di sistemi operativi o plugin di browser, e tanti altri) e' una pratica comunissima e sgradevole.

Che sia incompatibile con il diritto non credo.

Tuttavia mi chiedo quali siano le conseguenze di una omessa informative, per conseguenze ci sono sempre.

Il vero problema e' nel caso di installazione di funzionalita' sconosciute all'utente. In tal caso possiamo tranquillamente parlare di reato (penale) se causano danni. E la mancata informativa accresse la valutazione discrezionale di un giudice su cosa siano i danni causati, volta per volta.

Meglio quindi accennare almeno per sommi capi ogni cambiamento.

Spataro

22.04.2016 https://www.dropbox.com/release_notes



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    Dropbox e' esemplare: nelle prime versioni permetteva di disattivare gli aggiornamenti automatici, poi li ha imposti per motivi di sicurezza ed efficienza dei server (anche se spesso versioni di linux hanno funzionalita' inferiori a quella di windows, per esempio).

    Ricordo un vecchio post di un utente che chiedeva a Dropbox di cambiare questa politica perche' in azienda ogni aggiornamento va approvato volta per volta, non si puo' concedere all'esterno di installare quello che si vuole.

    La risposta di Dropbox mi colpi' al punto che la ricordo bene ancora. Era, in breve: se non ti va bene cosi' rivolgiti ad un altro fornitore. Mesi dopo cambio' la policy che nella parte che garantiva la riservatezza assoluta sui contenuti in cloud.

    Da quella risposta, a distanza di anni, e di aggiornamenti, al link sotto indicato guardate l'elenco dei cambiamenti versione per versione.

    Notate la voce di aprile 2016 ? Non viene data spiegazione e gli utenti ironizzano sul silenzio del loro fornitore.

    Insomma: e' tradizionale spiegare ogni versione cosa migliora. E' certamente una ammissione di malfunzionamento per quello che viene risolto ma lo stato dell'arte del software fa si' che sia impossibile avere un software perfetto, e infatti nessuno garantisce mai che lo sia. Anche il diritto non puo' pretendere funzionamenti perfetti, ma adeguati. Piuttosto puo' pretendere soluzioni ( patch ) adeguate e in tempi ragionevoli e proporzionati alla complessita'.

    Sta di fatto che inviare aggiornamenti senza nemmeno spiegarli (o rendere difficile la loro compresione, come fanno produttori di sistemi operativi o plugin di browser, e tanti altri) e' una pratica comunissima e sgradevole.

    Che sia incompatibile con il diritto non credo.

    Tuttavia mi chiedo quali siano le conseguenze di una omessa informative, per conseguenze ci sono sempre.

    Il vero problema e' nel caso di installazione di funzionalita' sconosciute all'utente. In tal caso possiamo tranquillamente parlare di reato (penale) se causano danni. E la mancata informativa accresse la valutazione discrezionale di un giudice su cosa siano i danni causati, volta per volta.

    Meglio quindi accennare almeno per sommi capi ogni cambiamento.

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