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Social Network

Cosa caratterizza un social network ?

Mi accorgo ora che non ho ancora definito in questo immenso dizionario giuridico di internet il termine: "social network".

Nel 2007 ho definito il social networking, partendo dalle parole di Negroponte.

Ma da allora non ho detto nulla.

Youtube, Instagram, Whatsapp, e altri: cosa li distingue da un blog ?

Funzioni

Prima di tutto manca una prevalenza dei contenuti scelti dal gestore della piattaforma. Per quanto, per motivi di marketing, alcuni contenuti venga spinti rispeetto agli altri prodotti dagli utenti, la regola e' che gli ugc, i contenuti prodotti dagli utenti, siano prevalenti, sia in flusso cronologico e i vecchi, benche' archiviati, restano insignificanti nella maggior parte dei casi.

Non per volonta' di progettazione, ma perche' gli stessi utenti preferiscono la conversazione allo storage di contenuti sempre validi, sempre interessanti. Si preferisce il gruppo interessante al contenuto interessante.

Nell'ottica social prevalgono le relazione personali sui contenuti.

Gia' oggi gli adolescenti digitali non leggono i testi, ma guardano foto e video, la strutturazione della pagina e cercano l'azione.

Nei social network l'azione prevale sul contenuto.

Le azioni indispensabili sono il like e la condivisione, oltre che la messaggistica interna personale (mai privata. Personale ma non privata).

Il riunire le persone insieme non e' distinto da una azione associativa espressa, puo' bastare l'uso di un hashtag per sentirsi accomunati a tanti altri, senza formare un gruppo.

Il modello di business dei social network marginalizza ideologicamente la pubblicita' agli occhi dell'utente. Se la pubblicita' prevale sulla conversazione, il social regredisce, come capita a Twitter.

Tuttavia l'analisi dei comportamenti, simile a quello che fa Google, non dipende da azioni generiche, ma da azioni qualificate, che rendono la profilazione piu' efficace e la pubblicita' realmente piu' interessante e pertinente.

Un altro aspetto qualificante e' il supporto di programmatori esterni tramite API per ricondividere i contenuti esternamente.

Piu' il servizio si tiene stretti i contenuti e meno diventa virale. In fondo poi i contenuti sono degli utenti, e diventa piu' produttivo essere chi li distribuisce invece di chi li possiede e non facilita la condivisione.

In breve

In poche parole

  • azioni: like e share
  • API: supporto per sviluppatori
  • condivisione contenuti
  • pubblicita' "marginale" agli occhi degli utenti
  • prevalenza dei contenuti degli utenti a quelli spinti da un sistema centralizzato (almeno in apparenza)
  • messaggistica personale
  • gestione di gruppi formali e separatamente occasionali

In questo senso Youtube e' meno social di altri, perche' cerca di spingere i contenuti video secondo criteri personali piu' di quelli che interessano agli utenti.

In questo senso Twitter e' meno social di Facebook, perche' ha imposto troppi limiti nelle api agli sviluppatori esterni

In questo senso Instagram e' meno social, perche' non ha messaggi personali.

In questo senso Whatsapp e Facebook sono pienamente social.

Bastano questi punti per rendere il servizio virale ? No. telegram e' l'esempio. telegram e' meglio di Whatsapp sotto mille aspetti. Tuttavia non e' stato il primo. Cosi' pure l'alternativa Gnu social a Twitter.

Sembra un destino che le alternative piu' sicure e rispettose dell'utente funzionino sul mercato meno, ma meglio presso gli esperti.

Legals

Sotto il profilo giuridico i contratti di adesione ai servizi consentono al gestore di sospendere l'account dell'utente in ogni momento. Inoltre consentono alle forze dell'ordine di controllare le attivita' svolte. Infine la politica di mantenimento dei contenuti vecchi e' di norma non qualificante: tutto puo' restare per sempre o essere cancellato, dipende dal gestore.

Data l'intensita' delle relazioni gestite dal software, in dottrina si parla di prevalenza delle regole dei diritti umani su quelle contrattuali.

Infine sotto il profilo successorio Facebook ha introdotto la possibilita' per un account di gestire l'account di un altro, su indicazione dell'altro, alla morte.

La giurisdizione viene "vista" dagli utenti come quella dove operano. Il caso dello studente viennese che ha citato Facebook per la trasparenza su tutti i dati personali che lo riguardano e' stata pero' portata avanti in Irlanda. I social network cercano di spostare la competenza presso la propria sede in California, con mille argomentazioni, pur essendo valido la sede dove vi e' una stabile attivita'.

Infine sotto le pressioni dei governi e delle forze dell'ordine hanno piu' o meno tutti concesso l'accesso a inquirenti o figure terze (associazioni di consumatori o aziende di tutela della reputazione) che operano con account e livelli di accesso che condividono alcune funzioni gestionali di chi offre il servizio.

Sotto il profilo della responsabilita' per danni i social network predispongono sempre piu' strumenti di controllo e moderazione su segnalazione degli utenti o tramite software interno di controllo a tappeto.

Sotto il profilo dei danni alla salute mentale degli utenti i sistemi di notifiche, sulle app per smartphone, sono noti essere fonte di paranoie, manie di persecuzione, dipendenza e alterazione della realta', tanto che a chi cerca di cancellarsi dai social network vengono proposte soluzioni alternative proponendo di togliere specificamente quelle funzioni che, abusate per ignoranza informatica, tendono a creare dipendenza. Consigliano quindi di ridurre gli amici, ridurre le notifiche, partecipare a meno gruppi, staccare la connessione nottura. Rispondendo di no a tutte queste proposte alternative, alla fine e' possibile richiedere l'uscita dal servizio. Talvolta pero' i dati restano comunque memorizzaati e pronti a tornare in vita se ci si ricollega.

Infine si applicano tutte le altre regole, tra le quali: furto della personalita', diffamazione aggravata, protezione del diritto d'autore, stalking, tutela dei lavoratori, concorrenza sleale, abuso nella posizione di gestore di una comunita', frode informatica e cosi' via.

Sono quindi tante le opportunita' utili ma anche i meccanismi che le rendono indispensabili e abusate.

Spataro

05.11.2015 https://



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    Ma da allora non ho detto nulla.

    Youtube, Instagram, Whatsapp, e altri: cosa li distingue da un blog ?

    Funzioni

    Prima di tutto manca una prevalenza dei contenuti scelti dal gestore della piattaforma. Per quanto, per motivi di marketing, alcuni contenuti venga spinti rispeetto agli altri prodotti dagli utenti, la regola e' che gli ugc, i contenuti prodotti dagli utenti, siano prevalenti, sia in flusso cronologico e i vecchi, benche' archiviati, restano insignificanti nella maggior parte dei casi.

    Non per volonta' di progettazione, ma perche' gli stessi utenti preferiscono la conversazione allo storage di contenuti sempre validi, sempre interessanti. Si preferisce il gruppo interessante al contenuto interessante.

    Nell'ottica social prevalgono le relazione personali sui contenuti.

    Gia' oggi gli adolescenti digitali non leggono i testi, ma guardano foto e video, la strutturazione della pagina e cercano l'azione.

    Nei social network l'azione prevale sul contenuto.

    Le azioni indispensabili sono il like e la condivisione, oltre che la messaggistica interna personale (mai privata. Personale ma non privata).

    Il riunire le persone insieme non e' distinto da una azione associativa espressa, puo' bastare l'uso di un hashtag per sentirsi accomunati a tanti altri, senza formare un gruppo.

    Il modello di business dei social network marginalizza ideologicamente la pubblicita' agli occhi dell'utente. Se la pubblicita' prevale sulla conversazione, il social regredisce, come capita a Twitter.

    Tuttavia l'analisi dei comportamenti, simile a quello che fa Google, non dipende da azioni generiche, ma da azioni qualificate, che rendono la profilazione piu' efficace e la pubblicita' realmente piu' interessante e pertinente.

    Un altro aspetto qualificante e' il supporto di programmatori esterni tramite API per ricondividere i contenuti esternamente.

    Piu' il servizio si tiene stretti i contenuti e meno diventa virale. In fondo poi i contenuti sono degli utenti, e diventa piu' produttivo essere chi li distribuisce invece di chi li possiede e non facilita la condivisione.

    In breve

    In poche parole

    In questo senso Youtube e' meno social di altri, perche' cerca di spingere i contenuti video secondo criteri personali piu' di quelli che interessano agli utenti.

    In questo senso Twitter e' meno social di Facebook, perche' ha imposto troppi limiti nelle API agli sviluppatori esterni

    In questo senso Instagram e' meno social, perche' non ha messaggi personali.

    In questo senso Whatsapp e Facebook sono pienamente social.

    Bastano questi punti per rendere il servizio virale ? No. Telegram e' l'esempio. Telegram e' meglio di Whatsapp sotto mille aspetti. Tuttavia non e' stato il primo. Cosi' pure l'alternativa Gnu social a Twitter.

    Sembra un destino che le alternative piu' sicure e rispettose dell'utente funzionino sul mercato meno, ma meglio presso gli esperti.

    Legals

    Sotto il profilo giuridico i contratti di adesione ai servizi consentono al gestore di sospendere l'account dell'utente in ogni momento. Inoltre consentono alle forze dell'ordine di controllare le attivita' svolte. Infine la politica di mantenimento dei contenuti vecchi e' di norma non qualificante: tutto puo' restare per sempre o essere cancellato, dipende dal gestore.

    Data l'intensita' delle relazioni gestite dal software, in dottrina si parla di prevalenza delle regole dei diritti umani su quelle contrattuali.

    Infine sotto il profilo successorio Facebook ha introdotto la possibilita' per un account di gestire l'account di un altro, su indicazione dell'altro, alla morte.

    La giurisdizione viene "vista" dagli utenti come quella dove operano. Il caso dello studente viennese che ha citato Facebook per la trasparenza su tutti i dati personali che lo riguardano e' stata pero' portata avanti in Irlanda. I social network cercano di spostare la competenza presso la propria sede in California, con mille argomentazioni, pur essendo valido la sede dove vi e' una stabile attivita'.

    Infine sotto le pressioni dei governi e delle forze dell'ordine hanno piu' o meno tutti concesso l'accesso a inquirenti o figure terze (associazioni di consumatori o aziende di tutela della reputazione) che operano con account e livelli di accesso che condividono alcune funzioni gestionali di chi offre il servizio.

    Sotto il profilo della responsabilita' per danni i social network predispongono sempre piu' strumenti di controllo e moderazione su segnalazione degli utenti o tramite software interno di controllo a tappeto.

    Sotto il profilo dei danni alla salute mentale degli utenti i sistemi di notifiche, sulle app per smartphone, sono noti essere fonte di paranoie, manie di persecuzione, dipendenza e alterazione della realta', tanto che a chi cerca di cancellarsi dai social network vengono proposte soluzioni alternative proponendo di togliere specificamente quelle funzioni che, abusate per ignoranza informatica, tendono a creare dipendenza. Consigliano quindi di ridurre gli amici, ridurre le notifiche, partecipare a meno gruppi, staccare la connessione nottura. Rispondendo di no a tutte queste proposte alternative, alla fine e' possibile richiedere l'uscita dal servizio. Talvolta pero' i dati restano comunque memorizzaati e pronti a tornare in vita se ci si ricollega.

    Infine si applicano tutte le altre regole, tra le quali: furto della personalita', diffamazione aggravata, protezione del diritto d'autore, stalking, tutela dei lavoratori, concorrenza sleale, abuso nella posizione di gestore di una comunita', frode informatica e cosi' via.

    Sono quindi tante le opportunita' utili ma anche i meccanismi che le rendono indispensabili e abusate.

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