Gli smartwatch sono orologi connessi.
Rientrano quindi a pieno diritto nell'internet delle cose e nella categoria wearable, dispositivi indossabili.
Sono orologi di solito un pò grandi, per avere un display da leggere.
I display quadrati sono sufficienti per 4 icone, quelli tondi evidenziano icone di notifica.
Si collegano agli smartphone: per ora sono soprattutto bluetooth, mi chiedo perchè non ce ne siano wifi, forse per motivi di sicurezza.
Hanno autonomia contenuta: da uno a sette giorni, attualmente.
Il display piccolo consente poche informazioni.
Tutti puntano tutto sulle notifiche, alcuni promettendo di poter fare a meno del cellulare.
I più recenti hanno un gps per raccogliere i dati di spostamento.
Hanno sistemi operativi android, oltre a iOS di Apple, naturalmente. Ma Android è aperto quindi la maggior parte dei produttori lo usa. Sembra però che il bluetooth funzioni realmente sia con smartphone Android che iOS, cosa che sa di magia visto che è da anni che non riesco a condividere files via bluetooth.
Può essere curioso pensare di autorizzare su un display così piccolo il gps o le altre notifiche. Se fossero terminali stupidi tutto sarebbe delegato allo smartphone. Visto che sono intelligenti dovrebbero prevedere meccanismi di controllo della privacy, le informative legali e quanto richiesto dalla legge.
L'unica considerazione attuale è che non sono orologi valutabili al pari degli altri. Trattandosi di dispositivi rivolti ad esperti di informatica anche le obbligazioni contrattuali e le garanzie di buon funzionamento vanno valutate non come informazioni verso un pubblico inesperto e impreparato, ma come rivolte ad un pubblico consapevole, e come tali interpretate meno a sfavore del produttore.
Certo è che la sfida per le prestazioni e le garanzie di questi dispositivi è iniziata, ed è ancora tutta da scrivere.
Il legal design in questo settore è fondamentale, perchè con una icona deve poter accedere al mondo delle informative legali.