Guglielmo Troiano su Facebook mi fa scoprire un testo sul funzionamento del web e le leggi, Datageddon: il futuro anteriore della privacy.
Il mio commento: intuizione corretta, proposta sbagliata ma stimolante. "le Costituzioni e i Trattati dovranno parlare espressamente degli algoritmi, della loro trasparenza e dei criteri di funzionamento delle tecnologie, fissando paletti"
Si parte dall'idea che un algoritmo regola la vita delle persone, quindi dovrebbe essere rilevante per il diritto molto più di quello che è oggi.
Leggo che a Andrea Trentini l'argomento interessa.
Vorrei proporre ad entrambi, e ai veri studiosi, uno spunto di riflessione sul quale sto lavorando da qualche anno.
Il punto è decisamente avanzato. Provo a buttare dei colori sulla tela. Siete pronti ?
- Nelle cose ci sarà sempre più internet, non solo chip. Quale rapporto avranno gli algoritmi locali e i trattamenti remoti ?
- Nel diritto si imporranno regole sempre più complesse, difficili umanamente da capire, ma magari semplici per un elaboratore se si fosse chiari e precisi. Le leggi potrebbero essere applicate meglio.
- Nella giurisprudenza ci vorrà sempre più uniformità nell'elaborazione dei documenti, per divulgare meglio i principi e i criteri, non solo i percorsi che portano alla decisione. Si può informatizzare ?
Questi temi sono trattati anche a livello internazionale, e siamo ai primordi. Li ho già studiati e vedo che potremmo essere avanti in Italia, non tanto per l'adozione di Akoma Ntoso, ma per mille altre ragioni che vede concretamente.
Se avete voglia di costruire il diritto del domani incontriamoci, ma seriamente, non tanto per parlare di teoria. Qui si tratta di migliorare quello che ci circonda, e non richiede necessariamente un approccio istituzionale (in attesa che le istituzioni si accorgano che si potrebbe migliorare moltissimo).
Insomma, ci vuole uno sforzo per andare oltre le situazioni di miglioramento degli strumenti attuali per rivoluzionarli, mantenendo la tradizione delle soluzioni e delle competenze. Sarebbe bello.
Ma possiamo seriamente pensare che un algoritmo possa entrare dentro una legge ? No. Una formula matematica di calcolo di tasse naturlmente, ma scelte complesse dovranno restare discrezionali e rispettose dei diritti umani.
L'esperienza insegna che ogni soluzione tecnica, prevista per legge, diventa presto vecchia. Ci vuole uno sforzo maggiore: criteri chiari basati sull'interesse delle persone e sui loro diritti umani, prima di tutto, ormai violati da ogni legge. Poi concorrenza nel trovare gli algoritmi migliori. Concorrenza o cooperazione, a seconda di come la vediate.