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Osservatorio sul diritto e telecomunicazioni informatiche, a cura del dott. V. Spataro dal 1999, 9332 documenti.

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Legge stampa 05.11.2007    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Levi insiste: Roc per tutte le imprese. Ma non dice che per iscriversi al Roc ci vuole un direttore responsabile. Questo fu la fine di videotel, vuole lo stesso per internet ?

Levi: dare un sostegno al mondo della carta stampata, che ha una tradizione e un ruolo, nel consolidare la diffusione dell'informazione
Spataro

 

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su studi di legal design e analisi testuali e statistiche

L

Levi non cambia posizione in commissione, se non cercando di separare imprese su internet da bloggers "senza soldi" (parole mie).

Levi sostiene che ad oggi iscriversi in Tribunale e poi al Roc e' una complicazione. Non e' vero: fatta una pratica, l'altra e' una banale formalità.

Il problema e' obbligare tutti quelli che fanno soldi, siano pochi soldi che tanti o tantissimi, a iscriversi al roc.

I giovani usano internet per imparare un mestiere e provare a fare i soldi. Se non avranno un direttore responsabile (giornalista professionista da pagare) potranno essere accusati di stampa clandestina.

E' cosi' che si aiuta i giovani a uscire di casa e guadagnare qualcosa ? Internet non potrà piu' essere un secondo lavoro con una seconda fonte di reddito, in periodo di precariato selvaggio ?

Dal roc infatti si legge che e' necessario un giornalista, direttore responsabile:


  1. soggetti esercenti l’editoria elettronica e digitale: gli editori, ai quali si applica la medesima ripartizione prevista per i soggetti di cui alla precedente lettera d), che pubblicano con regolare periodicità una o più testate giornalistiche in formato elettronico e digitale. Al fine di poter richiedere l’iscrizione al ROC, dunque, il soggetto dovrà essere editore di una testata dotata di programmata e regolare periodicità e di direttore responsabile ai sensi del disposto della legge 47/48.

Ricordiamolo: oggi chi vuole essere editore puo' chiederlo, ma non e' obbligatorio.

Nel 2001 tutti alzarono la voce contro il tentativo di censura sul web. Oggi si vuole ancora chiudere la parola a tutti coloro che non si iscriveranno al roc, guadagnino solo 100 euro al mese o 10.000 o 100.000.

Levi afferma che la riforma (presentata da Prodi in consiglio dei ministri come una mera collezione di norme, non una riforma) vuole favorire la concorrenza e il pluralismo.

La frase c'e', e chiara. Ma le norme successive la contraddicono.

Levi propone una aggiunta: "Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione al registro degli operatori della comunicazione i soggetti che accedono a internet, o operano su internet, in forme o con prodotti come i siti personali o a uso collettivo che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro".

Cosa significa in italiano, per favore, qualcuno mi spieghi cos'e' ad "uso collettivo" ?

La sostanza e' che se vi e' una organizzazione imprenditoriale del lavoro allora ci si deve iscrivere al roc.

Significa che aperta la partita iva per dichiarare i primi guadagni con pubblicità sul web il malcapitato blogger si troverà non solo la batosta della previdenza da pagare senza vedere pensione, ma anche la necessità di assumere un direttore responsabile e un commercialista per curare la paga del direttore, i contributi, l'iscrizione al roc e ... ?

Nella replica Levi lo dice chiaramente: dobbiamo difendere la carta stampata e dobbiamo aiutare le imprese su carta ad andare su internet.

Vorrei affrontare il tema del prodotto editoriale, più volte emerso questa mattina. Veniamo quindi al cuore dei problemi di un settore, quello dell'editoria, che ha conosciuto e sta conoscendo una mutazione sotto l'influsso dell'innovazione delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione, che ci pone di fronte al mondo di internet, che sta cambiando così velocemente da rendere impossibile immaginare cosa possa accadere tra qualche anno. Mi rendo conto che con questo siamo chiamati a una duplice sfida: da un lato, quella di dare un sostegno al mondo della carta stampata, che ha una tradizione e un ruolo, nel consolidare la diffusione dell'informazione e dunque la possibilità di partecipare in modo attivo alla vita sociale, pubblica e civile del Paese, che deve essere riconosciuto, difeso e sostenuto; dall'altro, quella di considerare una nuova realtà che preme e la necessità per il mondo e le imprese della carta stampata di non perdere le occasioni offerte dalla nuova tecnologia.

Quindi, semplicemente, togliere di mezzo tutti i nuovi che stanno crescendo nel web.

E questo non e' tradire il pluralismo che e' tanto caro nell'incipit della legge ?

Levi insiste: "Vogliamo avere un mercato che sia nel contempo aperto e libero, per consentire ai singoli e alle imprese di comunicare e di crescere, ma anche regolato, per evitare che, attraverso la prevalenza di operatori che diventino troppo forti e violino le regole della concorrenza e del pluralismo, perda le sue caratteristiche di pluralità"

Levi, mi scusi: il pluralismo che c'e' oggi, con tante nuove imprese, c'e' perche' la legge sulla stampa non si applica al web, se non per chi lo chiede.

Vuole garantire il mercato, gia' pluralista, imponendo regole che solo chi ha già i capitali puo' adempiere ?

Levi: "Non sappiamo, però, cosa potrà diventare domani il mercato della pubblicità e della distribuzione, quanta pubblicità si raccoglierà su internet, quanta distribuzione potrà essere fatta in rete." E allora ? Facciamo guadagnare solo poche imprese per far fare i conti all'Agcom invece che alll'agenzia delle entrate, che sa gia' i nostri guadagni ?

Levi: "È questa la logica profonda che induce a prevedere l'iscrizione al ROC anche degli operatori su internet. Il singolo ragazzo che lavora sul blog sfugge, invece, all'interesse di questa legge."

Levi, vuole sapere quanti soldi di pubblicità circolano sul web ? E' questa la sua esigenza ?

Chieda all'Agenzia delle Entrate.

Non imponga costi ai giovani che possono finalmente integrare i guadagni da precario. Questi sono i blogger: professionisti che provano un nuovo lavoro.

Se dovranno pagare un direttore responsabile e un commercialista per gli adempimenti al roc, rinunceranno.

Lasciate stare internet. Sta funzionando e vi porta tasse nuove.

Noi stiamo portando soldi allo Stato senza chiederne, a differenza dell'editoria "tradizionale" che Lei vuole aiutare.

 

05.11.2007 Spataro
Spataro


Sul sequesto integrale o parziale di sito internet
Sulla nozione di testata giornalistica dei blog con ricavi inferiori ai 100.000 euro. Sequestrabilita'
Tribunale di Lecce 24 febbraio 2001 diffamazione e newsgroup
Tribunale di Salerno e blog non testata 18.1.2001
Editoria: giochi fatti. Ahi.
Non risponde dei contenuti di terzi il gestore del sito: Corte costituzionale 337 del 2011
Cassazione - Sentenza 16 luglio 2010 n. 35511
Blogger retribuito ? Necessario dichiararlo.
Pdl 881 Camera: direttore responsabile giornalista per tutti i siti editoriali
Rettifica, una interpretazione possibile



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